La cinghiata è una punizione corporale applicata con una cintura, spesso di materiale resistente, di solito pelle.[1] A tutti gli effetti è una forma di percosse.[2]
Cinture di pelle più o meno lunghe e resistenti a mo' di frusta sono sempre state usate come strumento per le punizioni corporali, in tutti i tempi e in tutti i paesi, ma s'è radicato storicamente come metodo correzionale educativo da applicar per il mantenimento della disciplina; questo specialmente nei paesi di lingua inglese fino a tempi recenti.[3][4][5] La pratica di prendere a scudisciate bambini e ragazzi adolescenti è stata oramai abolita dalla maggior parte delle scuole, almeno nel mondo occidentale, in quanto veduta da molti come abuso ed eccesso di metodi correttivi; questo anche se molti genitori, soprattutto i padri, in molti paesi continuano ancora ad usare le cinghiate come modo preferito per punire i figli.[6]
Come una delle punizioni corporali in famiglia la cinghiata era prediletta dai padri o dai fratelli maggiori; mentre le madri o comunque le donne di casa utilizzavano piuttosto una pantofola, la suola di una scarpa o di uno zoccolo, il battipanni, qualche utensile da cucina o le mani nude.[senza fonte]
Tecnicamente, la cinghiata in inglese si differenzia in belting e strapping, dove quest'ultimo equivale difatti a picchiare qualcuno con una cinghia più grossa e dura della semplice cinta;[7] fatta di pelle spessa e più pesante, la cinghia realizzata appositamente per le punizioni corporali hanno una specie di maniglia o impugnatura (specialmente la cinghia da prigione), a differenza della normale cintura. Il termine belting viene anche usato figurativamente per indicare ogni tipo di percosse, indipendentemente dall'attrezzo usato (tutti i modi di picchiare un bambino usando un oggetto)[8]. In Scozia ad esempio si dice belting anche l'utilizzo del tawse.[9]